giovedì 19 luglio 2012


Si sentiva felicemente sua. Cercava il modo e la maniera, si aggiustava educatamente in tutto quello che provava.... l'intelligenza in queste faccende qua è una rivoltella lucida e carica, pronta a spararti in fronte. C'è questo tempo che ci consuma e il bisogno involontario della sua saliva. Attendeva i giorni di quest'estate infiocchettandoli sul calendario, un nuovo strato di pelle e l'attesa di quel mare magari. Là tutto si sarebbe sistemato, doveva solo aspettare e colorarsi di continuo le unghie... si conosceva più di sempre e non avrebbe voluto mai diventare vittima, per l'ennesima volta, della sua emotività. Lei che certe volte tra i capelli era piena di pappagalli colorati e freschi. Si sentiva di miele per delle cose ma decisa ad avere tutto quello che era certa di meritare. Da qualsiasi parte e per qualsiasi verso. Sarebbe stato infinitamente bello/è stato tanto bello. Era testarda, dura come diamante per certe cose... come diceva lei e basta. Capricciosa e compostamente irriverente. Una femmina piena di stranezze solo sue che badava ai contenuti più che alla forma e cercava la bellezza ovunque. Solo, forse, delle volte nella ricerca di bene si perdeva là dove il bene non c'era e vedeva brillare cose che in realtà in loro trattenevano pochissima luce, ma ormai l'aveva messo in contro... come poteva essere diversa? Però ora era il tempo di decidere per se stessa. Di stare al mondo per quello che voleva e basta. Ostentare più di sempre e piroettare forte... smuovere e smuoversi per non avere mai più paura. Quello che è nostro resta nostro/quello che va via da noi era dell'altro e mai dell'oltre.

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